Il Santuario

Storia

Il Santuario è sito nelle cittadine campane di Vico Equense e Pimonte  sul Monte Faito, luogo dove si narra che durante il quinto secolo si raccolsero in preghiera San Catello e San Antonino.

Proprio a queste due importanti figure partenopee è legata la storia del Santuario. San Antonino scappò dall’Abbazia di Montecassino dopo le invasioni longobarde, una volta arrivato a Stabia incontrò il Vescovo della Diocesi, Catello, il quale affidò all’amico la cura della stessa per recarsi in meditazione sul Monte Faito (noto all’epoca con il nome di Monte Aureo). Tempo dopo le parti si invertirono, non passò molto prima che lo stesso San Catello tornò sul monte. Una notte San Michele Arcangelo apparve in sogno ai due e chiese loro di erigere una cappella in suo onore, in tempi brevissimi venne realizzato un primitivo tempio ligneo. Catello successivamente venne imprigionato a Roma, sotto la terribile accusa di stregoneria, fortunatamente il Santo ne usci senza macchia e torno sul Monte al fine di ampliare il tempio. Nel frattempo Antonino divenne abate del Monastero Benedettino della città di Sorrento, anch’egli trovò del tempo da dedicare al Santuario di San Michele, celebrando messa ogni giorno e facendo ottenere allo stesso il titolo di Abbazia.

Documenti risalenti alla seconda metà del 16esimo secolo parlano per la prima volta del miracolo della sudorazione di manna dalla Statua del Santo. Si narra che durante l’invasione turca in quel di Sorrento, un gruppo di fedeli si nascose all’interno del Santuario per chiedere aiuto a San Michele Arcangelo. Si dice che la statua del Santo iniziò a “sudare”, il giorno dopo la città venne liberata dai turchi. Tale miracoloso evento si ripeté più volte, persino Re Ferdinando II riusci ad assistervi.

Le numerose scorrerie di briganti e la crescente ondata di vandalizzazione, portò alla cessazione di ogni forma di pellegrinaggio, facendo cadere in rovina il Santuario. Vari tentativi vennero fatti per riportare alla luce la struttura, ma furono vani. Fortunatamente dopo il Secondo Conflitto Mondiale, una nuova Chiesa venne costruita e consacrata. Una ventina di anni dopo per volere del Monsignor Oscar Reschigg vennero iniziati i lavori di riqualificazione, terminati nel 1973.

Struttura

La facciata della Chiesa è ricoperta di pietra grigia, a lato è possibile ammirare delle sculture bronzee raffiguranti San Catello, San Antonino e San Michele Arcangelo. Una volta entrati si nota ad un primo sguardo che l’edificio è a navata unica, in fondo è presente un altare ligneo in pregiato rovere di Slovenia, esso ospita la Statua di San Michele, realizzata dallo scultore e disegnatore torinese Edoardo Rubino, donata nientedimeno che dalla Banca d’Italia. La statua fu benedetta da Papa Pio XII (noto anche come Papa Pacelli), nel 1992 la medesima venne arricchita con spada, diadema e scudo realizzati in argento.

Le due Cappelle a lato sono dedicate a San Catello e a San Antonino, adornate dalle opere di Francesco Jerace, pittore novecentesco di scuola napoletana. Le campane furono create dalla Fonderia Capezzuto e donate dalle città di Castellammare di Stabia, Pompei, Pimonte e Sorrento. Vicino al Santuario è altresì presente un piccolo rifugio per i fedeli.